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Der Spiegel e la accuse di accordo tra le case tedesche.

Il noto giornale tedesco Der Spiegel tuona: le case tedesche “sono tutte d’accordo”. L’accusa arriva attraverso le pagine del settimana con tanto di copertina dedicata e intitolata DAS KARTELL. L’articolo parla di vent’anni di intese fra Daimler, Volkswagen, BMW, Audi e Porsche, cioè i 5 gruppi più importanti (anche detti K5) che avrebbero creato un cartello e ora rischierebbero una multa miliardaria.  

L’inchiesta, ora in mano all’antitrust tedesca, sembra sia partita da un’autodenuncia di Volkswagen e Daimler. La casa di Wolfsburg avrebbe inviato una lettera all'autorità per la concorrenza qualche settimana dopo essere stata oggetto di indagine su un presunto cartello dell’acciaio. Ora l’indagine si è allargata anche ad altri ambiti e ad altre Case costruttrici. Secondo lo Spiegel, gli incontri delle case sarebbero stati moltissimi, si parla di oltre 1.000 solo negli ultimi cinque anni, e avrebbero visto interessate circa 200 persone. Le intese riguarderebbero la componentistica e la selezione dei fornitori e sarebbero finalizzate ad ottenere risparmi sui costi di produzione. Un primo esempio è quello per l’abbattimento delle emissioni e, soprattutto, i serbatoi dell’AdBlue il cui marchio è di proprietà proprio della VDA, l’associazione dei costruttori tedeschi. Secondo Der Spiegel le case si sarebbero accordate per una capienza standard di 8 litri, in modo da risparmiare circa 80 euro a veicolo. Capienza insufficiente per un’auto Euro 6, ma che sarebbe stata condivisa in favore di una normativa d’omologazione. Purtroppo non è cosa nuove, già qualche anno fa qualcosa di simile era accaduto fra i costruttori di veicoli pesanti e si risolse con una multa di 2,9 miliardi di euro. In quel caso la miccia fu un’autodenuncia della MAN. L’Antitrust europeo considera in modo positivo chi denucia e collabora con le indagini applicando uno sconto sulla sanzione fino al 10% del fatturato. Considerando che questo cartello sarebbe in piedi da circa venti anni e che l’anno scorso i marchi coinvolti hanno fatturato circa 430 miliardi, se le accuse saranno fondate il conto per il made in Germany dell'auto sarebbe salatissimo. 

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